Sono inseriti in questa sezione elenchi delle sentenze emanate nei confronti dell'Italia, disposte in ordine cronologico ed inserite periodicamente in seguito alla loro emanazione. Il contenuto delle sentenze è illustrato con una breve massima e vi è un link sia alla sintesi predisposta dall'Avvocatura, sia al testo ufficiale della sentenza contenuto nel sito della Corte, nella lingua in cui è redatto
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Sentenza del: 15/12/2022
N° ricorso: 24085/11
De Vincenzo - in materia di diritto a un processo equo. Constata la violazione dell'art. 6, comma 1, CEDU, sotto il profilo del diritto effettivo di adire un tribunale, in riferimento alla mancata esecuzione - entro un tempo ragionevole - di una sentenza della Corte dei conti emanata in favore del ricorrente. Constata altresì la violazione dell'art. 1, Prot. 1, sotto il profilo del diritto a ottenere la posta patrimoniale riconosciuta da un tribunale, in riferimento alla mancata esecuzione - entro un tempo ragionevole - di una sentenza della Corte dei conti emanata in favore del ricorrente.
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Sentenza del: 06/12/2022
N° ricorso: 8790/21
Scalzo - in materia di diritto al rispetto della vita privata e familiare. Il sistema normativo italiano si pone in contrasto con l'art. 8 CEDU, che garantisce il diritto alla vita privata e familiare, laddove prevede che per intentare l'azione di riconoscimento di paternità occorra esperire previamente quella di disconoscimento della paternità già attribuita, ove in concreto il rapporto di pregiudizialità processuale determini una prolungata incertezza sull'effettiva filiazione della ricorrente.
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Sentenza del: 01/12/2022
N° ricorso: 14260/17
D.K. - in materia di divieto di trattamenti inumani e degradantI. L'archiviazione di un procedimento penale per asseriti fatti di violenza sessuale, dovuta alla tardività della querela quale condizione di procedibilità (prevista dalla disciplina vigente al momento dei fatti), non è in contrasto con i doveri procedurali di protezione derivanti dall'art. 3 CEDU. Da tale disposizione discende - sì - un obbligo di tutela penale per i reati di violenza sessuale ma non anche la loro procedibilità d'ufficio.
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Sentenza del: 10/11/2022
N° ricorso: 25426/2020
I.M. e altri - in materia di diritto alla vita privata e familiare. Viola il diritto alla vita privata e familiare dei minori la mancata adozione di misure di protezione da parte delle autorità nazionali che porti allo svolgimento per un periodo prolungato di incontri in ambiente non protetto con il padre, pur in presenza di segnalazioni relative agli atteggiamenti aggressivi tenuti dall'uomo nel corso degli incontri stessi. Il provvedimento di sospensione della responsabilità genitoriale che risulti fondato sull'opposizione della madre agli incontri tra i figli minori e il padre viola il diritto alla vita privata e familiare della donna nel caso in cui ella sia vittima di violenza domestica e la mancata collaborazione sia dovuta alla condotta violenta dell'altro genitore.
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Sentenza del: 10/11/2022
N° ricorso: 23593/14
Palaia - in materia di diritto a un processo equo. Viola l'art. 6 della CEDU la legge interpretativa retroattiva che chiarisca i criteri di calcolo della pensione, risolvendo a favore del datore di lavoro pubblico una controversia giudiziaria già in corso.
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Sentenza del: 29/09/2022
N° ricorso: 50345/10, 51045/10, 51064/10, 53223/10, 53300/10, 53301/10
Gusmerini e altri - in materia di diritto a un processo equo. Viola l'art. 6 della CEDU la legge interpretativa retroattiva che chiarisca i criteri di calcolo della pensione, risolvendo a favore del datore di lavoro pubblico una controversia giudiziaria già in corso. Non viola l'art. 1 Prot. 1 della CEDU la conclusione del giudizio che - applicando una legge interpretativa retroattiva sui criteri di calcolo della pensione - finisca per ridurre l'importo del trattamento previdenziale in misura molto ridotta.
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Sentenza del: 21/07/2022
N° ricorso: 5797/17
Darboe e Camara - in materia di diritto alla vita privata e familiare e divieto di trattamenti inumani e degradanti. Integra la violazione degli artt. 8, 3 e 13 della Convenzione la mancata adozione, da parte delle autorità pubbliche, di misure di protezione di un ragazzo, che giunga non accompagnato in Italia dall'Africa e dichiari di essere minorenne e che pertanto venga sistemato presso una struttura d'accoglienza per adulti, sovraffollata e per un periodo di 4 mesi. In tal caso, è violato non solo il suo diritto alla sua sfera personale privata - secondo la nozione dell'art. 8 CEDU - ma anche l'art. 3 CEDU - sotto il profilo degli obblighi positivi - e l'art. 13 CEDU per la mancanza di rimedi effettivi.
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Sentenza del: 21/07/2022
N° ricorso: 24816/03
Tremigliozzi e Mazzeo - in materia di diritto a un processo equo. La complessiva durata di un procedimento civile che - per un grado di giudizio - ammonti a più di 8 anni integra la violazione del diritto a un processo equo sotto il profilo della ragionevole durata.
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Sentenza del: 07/07/2022
N° ricorso: 32715/19
M.S. - in materia di divieto di trattamenti inumani e degradanti. Integra violazione dell'art. 3 CEDU, sotto il profilo materiale, la tardiva adozione da parte delle autorità - informate a più riprese di atti di violenza domestica - di misure di prevenzione del rischio per l'incolumità della vittima. Viola l'art. 3 CEDU, sotto il profilo procedurale, la conclusione del processo con sentenza di proscioglimento per intervenuta prescrizione, ove il relativo termine sia maturato per effetto dell'inerzia dell'autorità giudiziaria. Non integra violazione dell'art. 14, in combinato disposto con l'art. 3 della Convenzione, la mancata adozione di misure di protezione delle vittime di violenza domestica, se tale violazione non risulta imputabile a carenze sistemiche dell'ordinamento ovvero a un intento discriminatorio individualizzato.
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Sentenza del: 23/06/2022
N° ricorso: 65808/113 e altri
Cianchella e altri - in materia di diritto a un processo equo. Viola l'art. 6 CEDU l'adozione di norme di interpretazione autentica che abbiano come effetto quello di incidere in senso favorevole allo Stato nei giudizi pendenti in cui esso sia parte, salvo che l'intervento legislativo non sia giustificato da motivi imperativi di interesse generale. Non costituisce motivo imperativo di interesse generale, suscettibile di giustificare l'ingerenza del potere legislativo nell'amministrazione della giustizia, l'esigenza di riequilibrare il sistema pensionistico, armonizzando il regime dei settori pubblico e privato.