Sono inseriti in questa sezione elenchi delle sentenze emanate nei confronti dell'Italia, disposte in ordine cronologico ed inserite periodicamente in seguito alla loro emanazione. Il contenuto delle sentenze è illustrato con una breve massima e vi è un link sia alla sintesi predisposta dall'Avvocatura, sia al testo ufficiale della sentenza contenuto nel sito della Corte, nella lingua in cui è redatto
-
Sentenza del: 14/11/2024
N° ricorso: 7523/23
SICOP s.r.l. - in materia di diritto di proprietà. Viola l’art. 1 Prot. 1 alla Convenzione il mancato risarcimento del danno derivante dall’adozione di provvedimenti amministrativi illegittimi (revoca di licenze di pesca, diniego di rinnovo di una concessione per acquacultura, revoca di accreditamento sanitario), poi annullati dal Consiglio di Stato.
-
Sentenza del: 14/11/2024
N° ricorso: 56161/19
Studio medico Crusi - in materia di diritto di proprietà. Viola l’art. 1 Prot. 1 alla Convenzione il mancato risarcimento del danno derivante dall’adozione di provvedimenti amministrativi illegittimi (revoca di licenze di pesca, diniego di rinnovo di una concessione per acquacultura, revoca di accreditamento sanitario), poi annullati dal Consiglio di Stato.
-
Sentenza del: 14/11/2024
N° ricorso: 38083/10
Votta Ronza - in materia di diritto a un processo equo. Viola l’art. 6, comma 1, CEDU, sotto il profilo del diritto di adire un tribunale, la mancata esecuzione - entro un tempo ragionevole – la mancata esecuzione di sentenze di varie autorità giurisdizionali interne, emanate in favore dei ricorrenti.
Viola l’art. 1, Protocollo 1 la mancata esecuzione di sentenze di varie autorità giurisdizionali interne, emanate in favore dei ricorrenti che avevano riconosciuto loro poste patrimoniali attive. -
Sentenza del: 14/11/2024
N° ricorso: 31143/20
Maltese e altri - in materia di diritto di proprietà. Viola l’art. 1 Prot. 1 alla Convenzione il mancato risarcimento del danno derivante dall’adozione di provvedimenti amministrativi illegittimi (revoca di licenze di pesca, diniego di rinnovo di una concessione per acquacultura, revoca di accreditamento sanitario), poi annullati dal Consiglio di Stato.
-
Sentenza del: 14/11/2024
N° ricorso: 15277/20
Centro di fisioterapia Cecilia Surace - in materia di diritto di proprietà. Viola l’art. 1 Prot. 1 alla Convenzione il mancato risarcimento del danno derivante dall’adozione di provvedimenti amministrativi illegittimi (revoca di licenze di pesca, diniego di rinnovo di una concessione per acquacultura, revoca di accreditamento sanitario), poi annullati dal Consiglio di Stato.
-
Sentenza del: 14/11/2024
N° ricorso: 13643/22
Società Agricola Moceniga Pesca - in materia di diritto di proprietà. Viola l’art. 1 Prot. 1 alla Convenzione il mancato risarcimento del danno derivante dall’adozione di provvedimenti amministrativi illegittimi (revoca di licenze di pesca, diniego di rinnovo di una concessione per acquacultura, revoca di accreditamento sanitario), poi annullati dal Consiglio di Stato.
-
Sentenza del: 07/11/2024
N° ricorso: 9968/14
Scardaccione - in materia di protezione della proprietà. Viola gli artt. 6 CEDU e 1 Prot. 1 la condotta complessiva delle autorità nazionali, in virtù della quale – acquistato un immobile, occupato da un locatario con contratto scaduto – il proprietario non riesca a entrarne in possesso (e a stabilirvi la residenza) a causa delle lungaggini del procedimento di sfratto per finita locazione e dall’entrata in vigore di una legge che preveda la sospensione dell’esecuzione degli sfratti (legge n. 9/2007). In particolare, tale legge, disponendo la sospensione delle procedure esecutive di sfratto a seguito di un’autodichiarazione del conduttore attestante la ricorrenza dei requisiti richiesti, trasferisce l’onere di provare il contrario probatorio sul proprietario e su di lui, in definitiva, il costo di una misura sociale (quella di proteggere le persone a basso reddito dagli sfratti senza garanzie).
Viola l’art. 1 Prot. 1, in quanto non proporzionata, la misura della perdita dei benefici fiscali, accompagnata da una sanzione pecuniaria, giustificata dal mancato trasferimento della residenza nell’immobile acquistato entro il termine di legge, nel caso in cui sia dimostrato l’alto grado di diligenza del proprietario nel promuovere tutte le iniziative, giudiziali ed extragiudiziali, volte a conseguire, nel termine di legge, il possesso dell’immobile.
-
Sentenza del: 07/11/2024
N° ricorso: 8436/21
Lavorgna - in materia di divieto di trattamenti inumani e degradanti. Viola il divieto di trattamenti inumani e degradanti (art. 3 CEDU) – sotto il profilo sostanziale - la sottoposizione di soggetto, dichiarato socialmente pericoloso, in ricovero coatto nel reparto psichiatrico di un ospedale, a misure di contenzione per un periodo di 8 giorni, eccedenti la necessità di fatto che aveva inizialmente giustificato le misure. Viola il divieto di trattamenti inumani e degradanti (art. 3 CEDU) – sotto il profilo procedurale – l’archiviazione (divenuta definitiva successivamente al rigetto da parte del GIP dell’opposizione alla richiesta di archiviazione da parte del PM) della denuncia del paziente che - dichiarato socialmente pericoloso e in ricovero coatto nel reparto psichiatrico di un ospedale – era stato sottoposto a misure di contenzione per un periodo di 8 giorni, eccedenti la necessità di fatto che aveva inizialmente giustificato le misure.
-
Sentenza del: 07/11/2024
N° ricorso: 2645/22
Cutelli e Russo - in materia di protezione della proprietà. Viola l’art. 1 Protocollo 1 il meccanismo di espropriazione indiretta (preceduta dall’occupazione d’urgenza), il quale deleghi la procedura ablatoria pubblica a un gruppo di cooperative, incaricato dell’esecuzione dei lavori; non preveda un ruolo di garanzia dell’ente medesimo sul corretto svolgimento del procedimento; e privi i ricorrenti dell’indennità da espropriazione (peraltro a seguito di uno sviluppo procedurale durato un tempo eccessivo).
-
Sentenza del: 17/10/2024
N° ricorso: 71250/16
Cesarano - in materia di principio di legalità penale - Non contrasta con l’art. 7 CEDU (anche come interpretato dalla sentenza Scoppola c. Italia n. 2 del 2009) la mancata sostituzione della pena dell’ergastolo con isolamento diurno con 30 anni di reclusione (bensì con l’ergastolo semplice), laddove la richiesta di giudizio abbreviato sia intervenuta successivamente all’entrata in vigore dell’art. 7 del decreto-legge n. 341 del 2000.