Sono inseriti in questa sezione elenchi delle sentenze emanate nei confronti dell'Italia, disposte in ordine cronologico ed inserite periodicamente in seguito alla loro emanazione. Il contenuto delle sentenze è illustrato con una breve massima e vi è un link sia alla sintesi predisposta dall'Avvocatura, sia al testo ufficiale della sentenza contenuto nel sito della Corte, nella lingua in cui è redatto
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Sentenza del: 28/04/2009
N° ricorso: 17214/05 20329/05 42113/04
Savino e altri - in materia di autodichia parlamentare. Dichiara sussistente la violazione dell'art. 6 CEDU in relazione all'attuale configurazione del sistema di giustizia interna della Camera dei deputati (c.d. autodichia). Alcuni dipendenti ed aspiranti dipendenti avevano contestato provvedimenti a loro sfavorevoli innanzi a tale sistema ed erano risultati soccombenti. Non avevano potuto adire l'autorità giudiziaria ordinaria. La Corte afferma che la Convenzione richiede che le controversie tra cittadini o tra cittadini ed enti siano esaminate da giudici indipendenti, non obbligatoriamente da giudici incardinati in apparati che rispondano alla classica nozione di potere giudiziario. Con riferimento alla conoscibilità dei regolamenti camerali, dichiara non sussistente la violazione dell'art. 6 della Convenzione, giacché i regolamenti parlamentari sono in definitiva sufficientemente conoscibili, quantomeno da chi si rapporta direttamente con le Camere come i loro dipendenti o aspiranti tali. Con riferimento alla composizione degli organi giurisdizionali interni, constata invece la violazione dell'art. 6 della Convenzione, limitatamente al solo organo d'appello (la Sezione giurisdizionale dell'Ufficio di Presidenza).
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Sentenza del: 21/04/2009
N° ricorso: 1717/03
Velocci - cancellazione della causa dal ruolo per composizione amichevole di una controversia relativa ad una fattispecie in materia di espropriazione indiretta.
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Sentenza del: 07/04/2009
N° ricorso: 1860/07
Cherif e altri - in materia di espulsione di stranieri. L'espulsione dello straniero ordinata dal ministro dell'interno per motivi di ordine pubblico e di sicurezza dello Stato può in astratto comportare la violazione dell'art. 3 CEDU e dell'art. 1 del Protocollo addizionale n. 7 solo se lamentata dalla persona direttamente colpita dall'espulsione. Se il ricorso di quest'ultima è irricevibile per difetti formali, esso deve essere radiato dal ruolo e non può essere coltivato da altri ricorrenti. L'espulsione dello straniero ordinata dal ministro dell'interno per motivi di ordine pubblico e di sicurezza dello Stato non viola l'art. 8 CEDU, in materia di diritto alla vita privata e familiare - la cui ingiustificata compressione può essere in astratto lamentata anche dal coniuge e dal fratello dell'espulso - se quest'ultimo ha precedenti penali tali da motivare la valutazione per cui la sua permanenza sul suolo dello stato ospitante rappresenti una minaccia per la sicurezza pubblica.
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Sentenza del: 31/03/2009
N° ricorso: 22644/03
Simaldone - in materia di ragionevole durata del processo. Constata la violazione degli artt. 6, par. 1, e 1 Prot. n. 1 CEDU, relativi rispettivamente al diritto ad un processo equo sotto il profilo della ragionevole durata ed alla protezione della proprietà in riferimento al ritardo nell'erogazione dell'equa riparazione ex lege n. 89 del 2001 oltre un ragionevole termine dalla data in cui la pronuncia che l'ha stabilita è divenuta definitiva. Non sussiste violazione dell'art. 13, relativo al diritto ad un ricorso effettivo, in quanto l'equa riparazione prevista dalla legge n. 89 del 2001, sebbene presenti dei problemi di funzionamento a causa dei ritardi nell'erogazione dei pagamenti, non costituisce al momento un rimedio strutturalmente non effettivo.
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Sentenza del: 24/03/2009
N° ricorso: 46792/06
Bouyahia - in materia di espulsione di stranieri. L'eventuale messa in esecuzione di un ordine di espulsione di uno straniero verso il paese di appartenenza può costituire violazione dell'art. 3 CEDU, relativo al divieto di tortura, quando vi sono circostanze serie e comprovate che depongono per un rischio reale che lo straniero subisca in quel paese trattamenti contrari all'art. 3 della Convenzione.
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Sentenza del: 24/03/2009
N° ricorso: 44006/06
C.B.Z. - in materia di espulsione di stranieri. L'eventuale messa in esecuzione di un ordine di espulsione di uno straniero verso il paese di appartenenza può costituire violazione dell'art. 3 CEDU, relativo al divieto di tortura, quando vi sono circostanze serie e comprovate che depongono per un rischio reale che lo straniero subisca in quel paese trattamenti contrari all'art. 3 della Convenzione.
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Sentenza del: 24/03/2009
N° ricorso: 38128/06
Ben Salah - in materia di espulsione di stranieri. L'eventuale messa in esecuzione di un ordine di espulsione di uno straniero verso il paese di appartenenza può costituire violazione dell'art. 3 CEDU, relativo al divieto di tortura, quando vi sono circostanze serie e comprovate che depongono per un rischio reale che lo straniero subisca in quel paese trattamenti contrari all'art. 3 della Convenzione.
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Sentenza del: 24/03/2009
N° ricorso: 37336/06
Soltana - in materia di espulsione di stranieri. L'eventuale messa in esecuzione di un ordine di espulsione di uno straniero verso il paese di appartenenza può costituire violazione dell'art. 3 CEDU, relativo al divieto di tortura, quando vi sono circostanze serie e comprovate che depongono per un rischio reale che lo straniero subisca in quel paese trattamenti contrari all'art. 3 della Convenzione.
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Sentenza del: 24/03/2009
N° ricorso: 37257/06
O. - in materia di espulsione di stranieri. L'eventuale messa in esecuzione di un ordine di espulsione di uno straniero verso il paese di appartenenza può costituire violazione dell'art. 3 CEDU, relativo al divieto di tortura, quando vi sono circostanze serie e comprovate che depongono per un rischio reale che lo straniero subisca in quel paese trattamenti contrari all'art. 3 della Convenzione.
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Sentenza del: 24/03/2009
N° ricorso: 2638/07
Abdelhedi - in materia di espulsione di stranieri. L'eventuale messa in esecuzione di un ordine di espulsione di uno straniero verso il paese di appartenenza può costituire violazione dell'art. 3 CEDU, relativo al divieto di tortura, quando vi sono circostanze serie e comprovate che depongono per un rischio reale che lo straniero subisca in quel paese trattamenti contrari all'art. 3 della Convenzione.